mercoledì 24 ottobre 2012

L'uomo

A due, a quattro… 6 mani. Si può scrivere a quante mani si vuole, con l’aiuto di chiunque, fin quando sono invisibili i burattinai che muovono i fili di ogni penna. Sì, nascosti dal nulla, dalla loro inesistenza. Ecco non dovrei parlare d’invisibilità, ma d’inesistenza: non ci sono. Mani non vere – non tangibili – di burattinai inesistenti che mettono in scena nel teatro di cartone la più reale delle finzioni. Con estrema facilità; con innegabile abilità. Non vi sono vie contorte o scorciatoie buie e nascoste. Non c’è l’ombra di una minima voglia di celare. Tutto è palesemente messo in scena davanti ai nostri occhi e noi… Ci giriamo dall’altro lato. Noi preferiamo metterci le mani sugli occhi. E perché? Semplicemente perché sappiamo che quell’ inutile finzione – quell’inesistente drammaturgia – siamo noi. La bislacca storia, inventata, dell’uomo. Dopotutto siamo stati capaci d’inventarci perfino Dio.

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